domenica 13 febbraio 2011

Ruolo e dignità della donna nella società

cattolica e ortodossa
Per le Chiese cattolica e ortodossa esiste uguale dignità e responsabilità dell'uomo e della donna nei vari ruoli all'interno della società. Il papa Io ha ribadito con la Lettera apostolica "Mulieris dignitatem". Queste confessioni prediligono comunque la dimensione materna e familiare della donna. Netto, ribadito e "definitivo" il no al sacerdozio femminile. Per i protestanti, invece, le donne possono accedere a tutti i ministeri ecclesiastici.

ebraismo 
La donna è in una posizione di primaria importanza. Dalle sacre scritture è considerata la colonna portante della famiglia e ha il compito di trasmettere ai figli l'insegnamento e il ricordo delle tradizioni religiose. Le mansioni religiose nella comunità ebraica sono tuttavia per lo più riservate esclusivamente agli uomini.
islam
Spiritualmente la donna è pari all'uomo, ma la lettura testuale del Corano (che non è interpretabile o        storicizzabile) è decisamente maschilista: al marito è assegnato un ruolo dominante, ha il privilegio del ripudio unilaterale e vantaggi nell'eredità. Prediletti i ruoli familiari. La dignità della donna consiste nel "non aver altro padrone che il suo Creatore", la qual cosa si realizza nell'obbedienza al codice di vita islamico costituito dal Corano e dalla Sunna (la consuetudine).
induismo
  Nell'induismo classico la donna è conside rata l'incarnazione della divinità stessa e gode di una altissima considerazione in ogni ruolo. Non tutte le correnti induíste concordano però nel dare alla donna pari dignità. In alcuni casi è confinata al ruolo di madre ed educatrice, sottomessa at marito e ai figli.
 buddismo
 Secondo la tradizione, prima della predicazione del Buddha, alla donna non era concesso di poter progredire e dimostrare creatività e capacità. II Buddha, dopo un primo periodo di misoginia, aprì le porte della meditazione monastica anche alle donne, che vennero così ad avere la stessa considerazione degli uomini, purché eliminassero tutto ciò di femminile che era in loro. Ci sono però correnti buddiste che non permettono alle donne di accedere alla vita monastica.
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Il ruolo della donna secondo gl'insegnamenti Bibblici, risulta essere di un'importanza che trova la sua realizzazione nell'ambito del focolare domenstico e nella gestione strettamente familiare.
Mentre, come nelle sinagoghe di allora e nelle chiese di oggi la donna risulta avere un ruolo alquanto nascosto di poca appariscenza, non può presiedere alle assemblee non può avere ruoli di conduzione quali il pastorato che secondo i canoni Bibblici e secondo la religione evangelica pentecostale deve essere  esclusiva dell'uomo. Solo l'uomo può rivestire il ruolo di pastore, consigliere di chiesa, mentre le donne possono collaborare nell'insegnamento dei bambini(e), ragazzi(e), uomini e donne adulte, con il ruolo di monitrici.
Secondo l'insegnamento Bibblico le donne devono avere durante i culti il capo coperto perchè una donna senza velo fà vergogna a sè stessa, e nell'ambito familiare l'apostolo Paolo è alquanto categorico in merito al ruolo di capo della famiglia: Donne siate soggette ai vostri mariti come la chiesa lo è a Cristo....di contro rivolgendosi ai mariti: Mariti amate le vostre mogli come Cristo ha amato la chiesa, rispettatele, curatele, e provvedete ad ogni loro necessità, come anche Cristo ha fatto per la chiesa.
Il capo di ogni uomo è Cristo. L’uomo è fatto ad immagine e gloria di Dio, prodotto tramite le mani di un abile vasaio. Egli è quindi a gloria di Dio: un riflesso diretto di ciò che viene da Dio. Il motivo per cui l’uomo è stato creato, è per essere la gloria di Dio e per farlo, deve essere sottomesso all’autorità costituita da Dio, ossia a Cristo. Appare chiaro e privo d'equivoci che secondo la religione cristiana evangelica pentecostale che il capo della donna è l'uomo.
Nell’ordine del creato di Dio, l’uomo ha una posizione di autorità sulla donna. C’è una diversa radice creazionale:
1) Una cronologia diversa: l’uomo precede la donna come "specie"
2) Una materia diversa: benché creata da Dio, non ricevette direttamente l’alito vitale divino; i "pezzi" con i quali fu costruita la donna vennero dall’uomo. Lei è perciò la gloria dell’uomo: un riflesso diretto di ciò che viene dall’uomo. Il suo nome stesso (donna) lo ricorda: "tratta dall’uomo".
3) Una motivazione diversa: l’uomo fu creato per completare la creazione di Dio ed essere la sua gloria, la donna fu creata per completare l’uomo ed essere la sua gloria.
Il capo di Cristo è Dio. Non ci deve turbare il fatto che ci sia un ordine nel creato di Dio. Essere sotto autorità non significa essere inferiori. Cristo era inferiore al Padre? Cristo aveva meno valore del Padre? Cristo era il tappetino dei piedi del Padre? No. La Scrittura è chiara nell’indicare che Cristo e il Padre sono uguali sul piano dell’essere ma occupano un ruolo diverso. 
In merito quindi all'autorità essa si applica nel seguente modo:
Ognuno onori il suo capo (4,5), ossia tenga su il buon nome, tratti in modo tale da accordare rispetto e considerazione. Chi deve onorare? Cristo ha parlato con autorità ma sempre onorando il Padre. L’uomo, nel parlare con autorità, onori Cristo. La donna, parlando con autorità, onori l’uomo. Il brano non insegna che l’uomo è il mediatore tra Dio e la donna, ma che la donna, parlando pubblicamente a Dio o da parte di Dio, non deve disonorare, trattare come nulla, ignorare completamente o far pensare che l’uomo sia da scavalcare.
Nel momento in cui la donna parla con autorità (che potrebbe far pensare: "Ah, lei è il capo"), lei deve far capire che onora l’ordine stabilito da Dio. Se infatti a quel tempo era a motivo degli angeli che la donna doveva velarsi il capo quando pregava o profetizzava, è ovvio che non era in virtù di una ragione sociale o culturale. Infatti, dato che la donna oggi ha raggiunto la 'parità' l'uomo non è più il capo della donna per cui questo segno di autorità portarlo sul capo non le si addice più!

Pubblicato da Legolas a 21:27



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