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giovedì 10 marzo 2011

Shintoismo

Diffusione e localizzazione geografica:
Lo Shintoismo è praticato quasi esclusivamente in Giappone. È molto difficile stimare il numero complessivo degli shintoisti in quanto si può essere shintoisti e, contemporaneamente, aderire al Buddhismo. Secondo alcune fonti vi sono circa 100 milioni di giapponesi che praticano una combinazione di Shintoismo e Buddhismo.Lo Shintoismo o Scintoismo, o più semplicemente Shinto, è una religione nativa del Giappone e nel passato è stata la sua religione di Stato. Prevede l'adorazione dei Kami, un termine che si può tradurre come divinità, spiriti naturali o semplicemente presenze spirituali. Alcuni kami sono locali e possono essere considerati come gli spiriti guardiani di un luogo particolare, ma altri possono rappresentare uno specifico oggetto o un evento naturale, come per esempio Amaterasu, la dea del Sole. Il Dio dei cristiani in giapponese viene tradotto come "kami". Anche le persone illustri, gli eroi e gli antenati divengono oggetto di venerazione dopo la morte e vengono a loro volta annoverati tra i kami. La parola Shinto nasce dall'unione dei due kanji: shin che significa "divinità", "spirito"(il carattere può essere anche letto come kami in giapponese ed è a sua volta formato dall'unione di altri due ideogrammi 示 "altare" e 申 "parlare , riferire"; letteralmente ciò che parla, si manifesta dall'altare. 申 ne determina anche la lettura) e 道 tō in cinese Tao ("via", "sentiero" e per estensione; in senso filosofico rende il significato di pratica o disciplina come in Judo o Karatedo o ancora Aikido). Quindi, Shinto significa letteralmente "pratica degli Dèi", "via degli Dèi". In alternativa a Shinto, l'espressione puramente giapponese — con il medesimo significato — per indicare lo Shintoismo è Kami no michi. Il termine "shinto" viene adoperato anche per indicare il corpo del nume, ovvero la reliquia presso cui il kami partecipa materialmente (per esempio una spada sacra).


Nella seconda metà del XIX secolo, nel contesto del Rinnovamento Meiji fu elaborato lo Shinto di Stato 国家神道 (Kokka Shintō?), che mirava a dare un supporto ideologico e uno strumento di controllo sociale alla classe dirigente giapponese, e poneva al centro la figura dell'imperatore e della dea Amaterasu, progenitrice della stirpe imperiale. Lo Shinto di stato fu smantellato alla fine della seconda guerra mondiale, con l'Occupazione del Giappone. Alcune pratiche ed insegnamenti shintoisti che durante la guerra erano considerati di grande preminenza ora non sono più insegnati o praticati mentre altri rimangono grandemente diffusi come pratiche quotidiane senza però assumere particolari connotazioni religiose, come l'Omikuji (una forma di divinazione).

Periodo preistorico:

Le origini dello Shintoismo si sono perse nel tempo, ma pare che si sia originato alla fine dell'ultimo Periodo Jōmon. Esistono diverse teorie riguardo agli antenati del popolo giapponese odierno; la più accettata è quella che li indica come discendenti di popolazioni dell'Asia Centrale e dell'Indonesia.
Più probabilmente dopo l'arrivo dei primi antenati del popolo giapponese, ogni villaggio e area aveva la sua propria collezione di divinità e rituali senza alcuna relazione tra un culto locale e l'altro. In seguito all'ascesa degli antenati dell'odierna famiglia imperiale giapponese andò probabilmente a crearsi un pantheon stabile, anche se mai definitivamente, in quanto anche oggi le divinità sono innumerevoli, proprio perché considerate manifestazione della natura stessa, sacra in ogni sua forma.

Shintoismo di Stato:

In seguito alla Restaurazione Meiji lo Shintoismo venne proclamato religione ufficiale del Giappone e nel 1868 la sua combinazione con il Buddhismo venne resa illegale. In questo periodo molti studiosi del Kokugaku iniziarono a vedere lo Shintoismo come mezzo attraverso cui unificare il Paese ed aumentarne la devozione all'imperatore, per velocizzare il più possibile il processo di modernizzazione. Lo shock psicologico delle navi nere e il conseguente collasso dello shogunato convinsero molti che solo una nazione unita avrebbe potuto resistere alla colonizzazione dei popoli stranieri. In conseguenza di ciò lo Shintoismo venne utilizzato come strumento per promuovere l'adorazione dell'imperatore (e quindi della propria nazione) e venne esportato nei territori conquistati come l'Hokkaidō e la Corea.
Nel 1871 venne istituito un Ministero delle divinità e i templi shintoisti vennero divisi in dodici livelli con sede centrale al tempio di Ise (dedicato ad Amaterasu e perciò simboleggiante la legittimità della famiglia imperiale). Negli anni seguenti il Ministero delle divinità venne rimpiazzato da una nuova istituzione, il Ministero della religione, incaricato di guidare l'istruzione allo shushin (letteralmente "sentiero morale"). Questo fu uno dei maggiori capovolgimenti dall'epoca del Periodo Edo. I preti iniziarono ad essere eletti ufficialmente, retribuiti ed incaricati dallo Stato di istruire i giovani attraverso una forma di teologia shintoista basata sulla storia mitologica della casata imperiale e dello Stato giapponese.
Con il passare del tempo lo Shintoismo venne utilizzato sempre più per enfatizzare i sentimenti nazionalisti popolari. Nel 1890 venne promulgato il Kyoiku Chokugo (Rescritto imperiale sull'educazione) che richiese agli studenti di recitare ritualmente il giuramento di offrire sé stessi coraggiosamente allo Stato, così come di proteggere la famiglia imperiale. La pratica dell'adorazione dell'Imperatore venne ulteriormente diffusa dalla distribuzione di ritratti imperiali come oggetti di venerazione esoterica. Questo utilizzo dello Shintoismo diede al patriottismo giapponese una tinta di misticismo speciale e di introversione culturale, che divenne sempre più pronunciata con il passare del tempo.
Questo processo continuò a consolidarsi durante il periodo Showa prima di arrestarsi bruscamente nell'agosto 1945, con la separazione tra Stato e Chiesa shintoista. Ironicamente, l'invasione dell'Occidente così temuta all'inizio dell'epoca Meiji era infine arrivata, in parte a causa della radicalizzazione del Giappone permessa dalla sua compattezza religiosa.

Vita dopo la morte: 

Secondo la fede Shintoista, lo spirito umano è eterno, proprio come i kami. Come nella maggior parte delle concezioni orientali l'aldilà è concepito dallo Shintoismo come una sorta di livello esistenziale superiore. Quando si muore dunque, per lo Shintoismo, si cambia semplicemente forma di esistenza, si accede ad un altro tipo di esistenza (vedi la sezione relativa ai kami particolari). Questa è la concezione più moderna.
Poiché lo Shintoismo è coesistito pacificamente con il Buddhismo per oltre un millennio è molto difficile separare le credenze buddhiste da quelle shintoiste. Si può dire che mentre il Buddhismo enfatizza la vita dopo la morte, lo Shintoismo enfatizza questa vita e la ricerca della felicità in essa, sebbene abbiano prospettive molto diverse sul mondo, la maggior parte dei giapponesi non vede alcuna necessità di riconciliare le due religioni e pertanto le pratica entrambe. Perciò è comune per molte persone praticare lo Shintoismo in vita ed essere comunque sepolte con un funerale buddhista.
Nello Shintoismo antico veniva ovviamente dato maggior peso alla mitologia. Si credeva in una serie di paradisi, già c'era quindi la concezione della pluralità esistenziale, anche se non espressa filosoficamente tra il popolo. Tra questi paradisi si annoverano: l'aldilà del cielo, l'aldilà Yomi, l'aldilà Tokoyo, l'aldilà delle montagne. Questi luoghi non sono descritti né come posti ameni né con caratteristiche infernali, ma come luoghi molto simili al mondo terrestre.

Etica:


« La sincerità porta alla verità. La sincerità è saggezza, che unisce l'uomo e il divino in un tutt'uno. »

« Sii caritatevole con tutti gli esseri: l'amore è la prima caratteristica del divino. »
« Non vi è posto per l'egoismo nello Shinto. »
« Ammettere uno sbaglio è il primo segno di una grande saggezza.

La famiglia è il nucleo principale della vita di una persona, è il gruppo in cui e attraverso cui una persona cresce, e da cui eredita un approccio e una visione del mondo ben precisi. Di conseguenza a questa grande importanza, il nucleo familiare è un fondamento necessario al benessere dell'individuo, e come tale va tutelato ed in particolare mantenuto armonico.
La natura è sacra, in quanto espressione del divino; conservare un contatto con essa comporta il raggiungimento della completezza e della felicità, e significa mantenersi vicini ai kami. Come tale la natura va rispettata, venerata e soprattutto tutelata, poiché è da essa che deriva l'equilibrio della vita.
La pulizia è un componente essenziale dello Shintoismo, pulizia consente purezza, e la purezza è una delle massime virtù. La pulizia è essenziale per condurre una vita armoniosa: il fedele shintoista ne fa largo uso, sia su se stesso che negli ambienti in cui vive; i templi shintoisti vengono tenuti sempre impeccabilmente puliti dai sacerdoti.
I matsuri sono i festival dedicati ai kami. In questi giorni il fedele shintoista prega nei templi, o nella propria casa. Per festeggiare le divinità, vengono allestiti feste, processioni e banchetti. I matsuri vengono organizzati dai templi o dalle comunità. Queste feste sono parecchie durante l'anno e vanno da quelle più importanti e nazionali a quelle dei piccoli paesi. I giorni normali sono chiamati ke ("giorno") e quelli di festa sono detti hare ("soleggiato" o semplicemente "buono").


Energia cosmica:

Nella cosmologia shintoista tutto l'esistente è pervaso da un'energia primordiale, che alimenta e compone tutta la materia e tutte le sue manifestazioni, è il Musubi. Questa forza mistica è paragonabile al Tao del Taoismo, un'energia cosmica che dà origine al tutto e causa l'evoluzione del tutto, attraverso l'eterno ciclo dell'esistenza. Esso è il legame intimo che c'è tra tutte le cose, l'elemento comune a tutto ciò che fa parte del cosmo. Il Matsubi è inoltre la forza armonica e universale che lega indissolubilmente il mondo fisico umano al mondo spirituale degli dèi, i kami.



Il Tomoe, simbolo della trinità shintoista.
Come la maggior parte delle tradizioni orientali, anche lo Shintoismo è una religione ciclica. Nello Shintoismo l'esistenza, in tutte le sue forme, si origina innanzitutto dall'esprimersi del principio cosmico in una dualità, due forze polarmente opposte, il principio negativo In e il principio positivo Yo, corrispondente al rapporto di Yin e Yang della cosmologia taoista. Dall'avvicendarsi di queste due forze primordiali e opposte scaturisce tutta l'esistenza, sia essa fisica e materiale sia spirituale. I kami, come gli uomini, hanno origine dallo scontro eterno tra queste due polarità.
Nella versione mitologica della cosmologia, le due divinità primordiali Izanami e Izanagi, corrispondono ai due principi In e Yo.

Trinità shintoista: 

Parlando di trinità shintoista una cosa assolutamente erronea è pensare ad un concetto trinitario analogo a quello del Cristianesimo. Si può dire che la trinità shintoista non sia altro che il frutto del rapporto cosmico tra i due poli primordiali dell'energia. Di questa triade fanno parte i suddetti In e Yo (i due poli), corrispondenti ai principi taoisti Yin e Yang, e una terza parte, chiamata in cinese Yuan. Questa terza parte rappresenta ciò che nasce dall'interazione dei due principi primordiali, simboleggia i fenomeni e le manifestazioni prodotti dall'eterna interdipendenza di essi. Rappresenta, più sinteticamente, la terza fase della cosmologia shintoista, seguente a quella della bipolarità, ovvero la manifestazione dell'energia cosmica. Questa manifestazione finale che scaturisce dall'interazione eterna delle due forze primordiali è la natura dell'universo, la sua esistenza stessa, la sua vita, il suo continuo progredire in cicli eterni, nonché la sua molteplicità, sia essa spirituale, manifesta attraverso gli dèi del cosmo, i kami, sia essa fisica, ossia corrispondente al livello esistenziale umano.