sabato 17 dicembre 2011

L'invidia

INVIDIA PER I CATTOLICI

L'invidia è considerata il peggire dei sette vizi capitali, forse perché include in se l'odio, il furto, il tradimento, la bramosia ed infine anche l'omicidio.
L’invidia è uno dei primi sentimenti dell’uomo. Sin dai primordi della creazione l’uomo ha convissuto con questo impulso. Caino, primogenito di Adamo, è il primo esempio di uomo invidioso. “Il Signore guardò con favore Abele e la sua offerta, ma non guardò con favore Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo viso era abbattuto" (Genesi 4:4-5). Caino invidiò Abele, il cui sacrificio era stato gradito da Dio, invidiò, cioè, il favore di Dio che non aveva ottenuto e che volevo conquistare.

Giuseppe è invidiato dai fratelli che lo vendettero come schiavo, Saul invidiò i successi di Davide, i Farisei invidiarono Gesù e lo diedero in mano ai Romani perché lo condannassero a morte.
Del resto la Bibbia non allude velatamente all’invidia, ne fa esplicita condanna:”Non desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il servo, né la serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna del tuo prossimo” (Esodo 20:17).

E’terribile la punizione che spetta a queste anime. Per la legge del contrappasso, sono punite con la cuciture delle palpebre, allo stesso modo in cui anticamente si faceva con lo sparviero a cui per addestrarlo veniva effettuata l’accigliatura, cioè gli venivano cucite le palpebre. Queste anime quindi non solo non possono vedere, sono anche ostacolate nel pianto, poichè le lacrime non defluiscono dal sacco lacrimale in quanto impedite dalla cucitura.

INVIDIA PER L'EBRAISMO

Nell’Ebraismo si compie per cosi dire un’opera di “prevenzione” nei confronti dell’invidia. In primo luogo è noto per il credente che quanto compie atti non ritenuti conformi alla sua fede, la colpa di questo peccato potrebbe ricadere su di un altro individuo appartenente alla sua religione. Infatti il credo religioso ebraico è basato sull’idea che ogni individuo è responsabile di un altro individuo. Una delle preghiere quotidiane degli ebrei consiste nel chiedere perdono di tutti i peccati esistenti, elencandoli in ordine alfabetico, il che consente di giustificarsi anche per quelli non compiuti, ma che comunque potrebbero coinvolgere il credente. Il sentimento dell’invidia definito come “sentimento di avversione, di malevolenza, di ostilità che porta a desiderare il male altrui”, viene prevenuto anche con l’aiuto del nucleo familiare che cerca di crescere ogni generazione nel rispetto degli imperativi biblici e religiosi. E’ poi assoluto il biasimo della comunità nei confronti dell’invidioso, questo è ovviamente un fattore che scoraggia l’invidia, rendendola inefficace nella sua esternazione.

INVIDIA PER L'ISLAM

Nell’Islam esiste una curiosa situazione, nel senso che coloro che abbracciano la fede islamica, non possono invidiare, ma sono solo invidiati. L’individuo viene istruito ad accettare i suoi limiti e le possibili diseguaglianze nel mondo terreno. Come si può invidiare qualcuno che non per suo volere, ma per volere di Allah è l’invidiabile?
"Guai dall'invidia! L'invidia consuma le opere di bene come il fuoco consuma la legna." (Abu Daud n° 4903)

INVIDIA PER IL BUDDISMO

La filosofia buddhista la considera uno dei fattori mentali (cetasika) che possono associarsi allo stato mentale (citta) dell'odio.
L'invidia implica un formidabile spirito critico che può essere utilizzato costruttivamente. Il suo contrario, nell'insegnamento buddista, è mudita, un atteggiamento congratulatorio che consiste nell'apprezzare i successi e le qualità degli altri. Per disinnescare l'automatismo dell'invidia, la prima cosa da apprezzare — secondo i maestri buddisti — è proprio questa poderosa facoltà critica che, se rivolta a se stessi invece che agli altri, diventa un eccellente strumento di autoconoscenza. In pratica si tratta di impiegare la facoltà critica per osservare le proprie tendenze innate allorché si manifestano nella vita quotidiana, invece di estrofletterla per giudicare gli altri e paragonarsi a loro.
 Nella meditazione vipassana i turbamenti dovuti all'invidia (o alla gelosia, alla rabbia, all'odio, al rancore ecc.) vengono trattati come semplici senzazioni, poiché come senzazioni li percepiamo. Non si tratta di pensare all'invidia, alla gelosia ecc. ma di toccare il sentimento che avvertiamo, esplorando il sintomo che ce lo rivela, accettandolo e vivendolo così com'è, senza cercare di modificarlo o allontanarlo. Commutando l'attenzione dal pensare al sentire, tocchiamo la sensazione originata dal turbamento e, mantenendola nel corpo, ci rendiamo conto che è mutevole, in continuo divenire e non così solida e duratura come ce l'eravamo rappresentata allorché la evadevamo, disconoscendola e contemporaneamente continuando a ricrearla compulsivamente col pensiero ripetitivo. Realizziamo che il pensiero precede il turbamento, che ne è la causa, l'origine. Verifichiamo di prima mano che il turbamento nasce nella mente e nella mente finisce.

martedì 30 agosto 2011

La lussuria

La lussuria secondo i cristiani evangelici pentecostali.
Osservato superficilamente, il peccato di impurità non appare brutto né venefico. Esso si presenta sotto le spoglie della bellezza, della perfezione, della desiderabilità. Non c'è nulla che lo renda repellente. Ma la Bibbia afferma che: " Ma chi commette un'adulterio è privo di senno; chi fa questo vuole rovinare sé stesso. Troverà ferite ed ignominia, e l'obbrobrio suo non sarà mai cancellato"(Proverbi 6.32,33).

Dio detesta la lussuria. E' un peccato che ha fatto cadere le nazioni e continua a contaminare e sconvolgere la santità del focolare domestico. Esso impedisce la salute e lo sviluppo della personalità, causando l'impotenza spirituale di molti. Esso ha rovinato molte famiglie, lasciando senza un focolare migliaia di fanciulli innocenti e facendo naufragare le speranze di un brillante domani di tanti giovani.

La lussuria è uno dei peccati più rivoltanti, perché travia e deforma uno dei più preziosi doni fatti da Dio all'uomo, l'amore, facendone qualcosa di bestiale. Ma nonostante la sua bruttura è l'arma di cui il nemico delle nostre anime si serve prevalentemente. L'impurità gode indubbiamente di una migliore pubblicità della purezza. La massa considera l'impurità come una manifestazione di abilità. Questa è la maggiore truffa che il demonio abbia mai compiuta ai danni del genere umano.

La lussuria, è una delle armi più affilate del diavolo per la distruzione delle anime ed egli continua a servirsene con efficacia sin dall'alba della creazione.
Una rinomata scrittrice americana in un'articolo intitolato "Sono stanca del sesso" esponeva il suo disgusto al vederlo esposto dovunque.

Vi sono ben tre aspetti del peccato di lussuria che la Bibbia mette in luce: Primo, il peccato d'impurità lascia i suoi segni. Quando l'uomo diviene proprietà del peccato è inevitabile che i segni siano evidenti su lui. Il secondo aspetto è l'immoralità, cioè nella perversione in ciò che è contro natura. Ma i segni esteriori sono ben poca cosa al paragone di quelli che la lussuria lascia sulla personalità e sull'anima. Complessi di colpa e cattiva coscienza vengono forgiati sul fuoco della passione lussuriosa, e malsane pratiche d'impurità causano fobie che allarmano perfino i nostri più abili psichiatri. Ma v'è ancora peggio, la lussuria contamina l'anima. In Galati 5.19 la Bibbia dice: "Or le opere della carne sono manifeste , e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza". La Bibbia insegna anche che la lussuria è il risultato della ingannevolezza del peccato; essa insegna che "non v'è alcuno che faccia del bene, neppure uno" (Salmo 14.3) , che l'intera razza umana è stata lordata dalla malattia del peccato, e che quelli che ne sono colpevoli non erediteranno il regno di Dio. La lussuria delude ed inganna. Nell'epistola di Paolo a Tito 3.3 egli dice: Poiché anche noi eravamo una volta insensati, ribelli, traviati, servi di varie concupiscenze e voluttà...". In Giovanni 8.34 la Bibbia afferma che: "Chi commette il peccato è schiavo del peccato".

Nella Bibbia c'è scritto che solo Cristo Gesù può fare una sola cosa nei confronti del peccato in genere e quindi anche della lussuria, Egli non lo condona, né lo condanna, lo perdona. In Giovanni 3.17 si legge che "Iddio non ha mandato il suo figliuolo nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui."
Cristo Gesù, mori' sulla croce per la lussuria, oltre che per gli altri peccati, lussuria che non è altro che un sintomo del peccato originale, e solo accettando Cristo nella propria vita Dio perdonerà ogni peccato che si sarà commesso, anche la lussuria.

lunedì 25 luglio 2011

La lussuria

Che cos’è la lussuria? Il termine “lussuria” deriva dal latino “luxuria” (esuberanza, lusso, sfrenatezza), ma non si riferisce tanto a abbondanza di beni materiali, ma a un desiderio ardente per ciò che è sessualmente proibito.
La lussuria, dice il vocabolario, è uno sfrenato impulso ai piaceri sessuali, la pratica smodata di tali piaceri. Sinonimi sono: la lascivia, la libidine, la dissolutezza, l’impudicizia, la depravazione, la carnalità, la sensualità, la concupiscenza. I peccati del lussurioso sono il turpiloquio (il “parlare sporco”, l'infedeltà coniugale, la depravazione e la violenza, l'egoismo, lo scandalo.
La lussuria crede che il sesso sia la via per la felicità, e più sesso si faccia, e più felici si sia.
Tipica della degradazione dell’essere umano. La lussuria è il primo sintomo di una società decadente e di una personalità degradata. Questo è evidente fin dai primi racconti biblici. Fin dal tempo del diluvio essa è un fenomeno tipico della degradazione umana. Al tempo di Abrahamo troviamo come molti guardassero, con ammirazione e cupidigia, sua moglie, desiderandola per loro stessi. Le città di Sodomia e Gomorra, in Genesi 18, erano centri di lussuria organizzata. Non solo abbondava la promiscuità sessuale, ma, in questo caso, essa aveva superato ogni limite e scrupolo. Nel libro della Genesi, ne vediamo un chiaro caso quando la moglie di Potifarre (Ge. 38,39) cerca di sedurre il giusto Giuseppe, e quando lui rifiuta di unirsi a lei nel peccato, questa si vendica, accusandolo di violenza carnale e facendolo incarcerare per molti anni. La lussuria è un peccato molto antico.
i cattolici:
Tra tutti i vizi, quello della lussuria è il più difficile da correggere per le enormi difficoltà che si incontrano in quanto la natura umana, ferita dalle conseguenze del peccato originale, porta impresso il segno della concupiscenza che provoca il sovvertimento dei sensi.

Sant'Agostino nelle Confessioni paragona la lussuria ad una «regina crudele che stende il suo scettro dominatore» per soggiogare la mente e il cuore dei viziosi. La lussuria circuisce persone di qualsiasi condizione sociale, di ogni età ed è il vizio più comune, perché l'istinto sessuale è innato nell'uomo e nella donna. Il piacere, però, è un mezzo donato da Dio per procreare; diventa un male e quindi provoca disordine quando «il desiderio ed il godimento avvengono fuori del matrimonio o anche nel matrimonio in modo da evi­tare la prole». La lussuria, che si esplica in diverse forme, cerca abitual­mente le soddisfazioni della carne; perché trascina nelle passioni che sca­tenano i bassi istinti.

La donna, ad es., è vista solo come mezzo per sfoga­re il desiderio. La lussuria causa molteplici altri mali come l'infedeltà, l'egoismo, lo scandalo, l'abbandono delle pratiche religiose, l'avversione a Dio, il disgusto per le cose pure e sante. Inoltre precipita in basso, detur­pa l'immagine di Dio nell'uomo ed opera un rovesciamento dell'ordine stabilito dal Signore, in quanto il corpo non è soggetto all'anima e la con­cupiscenza non è soggetta alla ragione, ma è viceversa.

L'istinto sessuale, invece, deve obbedire allo spirito ed assecondare lo scopo del matrimo­nio che è quello della procreazione; non può andare contro il fine per il quale Dio ha creato i due sessi. Purtroppo, nessun peccato arriva in modo così rapido a diventare un vizio come la lussuria, che provoca danni incal­colabili perché insidia la salute, sfigura l'anima e il corpo, ottenebra 1'intelligenza, sfibra la volontà, sottrae il gusto per le cose spirituali, sop­prime il sentimento religioso.

Oltre alla perdita della Fede questo vizio può condurre anche all'impenitenza finale, come avvenne per Lutero il quale, alla compagna che voleva tornare sulla retta via, così si espresse: «È troppo tardi, il carro è troppo affondato nel fango e questo tenore di vita non si cambia». Gli altri guai che causa la lussuria sono i matrimoni infelici, le divisioni, le unioni irregolari, i figli abbandonati, gli interessi calpestati, le carriere spezzate, le discordie che accrescono dissidi. Dio punisce la lussuria e, poiché Egli è Spirito Purissimo, disapprova chi si rotola nel fango perché contamina il corpo che Lui ha creato, insieme all'anima, a Sua immagine. Il Signore non resta indifferente nei confronti dei lussuriosi e, poiché la lussuria è il vizio dei sensi, Egli la punisce in modo particolare. Infatti, i vizi capitali non sono giudicati e condannati tutti allo stesso modo.

Mentre la superbia, l'invidia, l'accidia e l'avarizia sono vizi che circuiscono i moti dell'anima, la gola, l'ira e la lussuria circuiscono il corpo e facilmente sprofondano l'uomo nel degrado.

La lussuria causa assiduamente il peccato mortale, al contrario degli altri sei vizi che possono causare peccato veniale. Tutti costoro, però, sono vizi sommamente pericolosi, perché sono in grado di rendere l'uo­mo schiavo di passioni che difficilmente si riescono a sradicare ed indu­cono a trasgredire i Dieci Comandamenti.

Con la lussuria, infatti, si in­frangono il sesto e nono Comandamento. I rimedi per eliminare questo vizio sono efficaci se si è animati dal proposito di fuggire le occasioni del peccato, di mortificare i sensi e gli affetti illeciti o disordinati, di evitare l'eccessiva familiarità con persone dell'altro sesso, di praticare la castità. La castità è una virtù che tutti devono esercitare, anche se non obbliga tutti alla stessa maniera.

È una virtù difficile per l'impegno che richiede continuamente, ma dona all'anima e talvolta anche al corpo una luce su­periore. La castità è una virtù eroica, perché per conservarla bisogna lot­tare e sottoporsi ad una specie di martirio; per questo essa è la più com­pleta tra le virtù, perché santifica il corpo e l'anima. La castità, derisa oggi dal mondo corrotto, è poco stimata, poco raccomandata, ma è una virtù che preserva l'uomo dal pericolo di dannarsi e dal contagio di gravi malattie.

La preghiera, la Santa Comunione, la confessione, la mortifica­zione, l'istruzione religiosa, la guida spirituale, mettono in condizione di contrapporre ai sette vizi le sette virtù, e non ci sono altri elementi in grado di farlo. L'aiuto del sacerdote, i mezzi spirituali, il soccorso del Signore e un grande sforzo personale, quindi, sono in grado di estirpare la radice di questo vizio da cui ne derivano tanti altri.

L'Islam
Ritengo che questo argomento sia molto spinoso e controverso per alcune religioni. Non essendo io Mussulmana, ho fatto una ricerca sull'argomento ma non ho trovato nulla di certo, solo pareri. Quindi ho deciso di lasciare vuoto questo spazio in attesa che qualcuno informato, passando di qui, decida di aiutarmi. Ringraziando fin da ora chi vorrà tendermi una mano, resto in attesa.

L'Induismo
Nell'induismo esiste una via morale iniziatica che si basa sulla lussuria, il Kama Sutra.(Ndr. Argomento troppo piccante per approfondirlo in questa pagina.)